di Andreea Simionel
Copertina: Parlo con i muri e quelli mi rispondono – Antimonio
Anna dice che non è possibile che mi sia pulito a fondo con una sola strisciata e di sicuro ne resta ancora. Di sicuro ho la cacca nelle mutande. Sinceramente Anna rompe un po’ il cazzo. Le ho detto che l’intimità del gabinetto è una cosa che si dovrebbe acquisire dal quarto anno di relazione in poi. Quindi fatti gli affari tuoi e vai via. Da quando in qua uno non può più fare la cacca in pace.
Sinceramente non c’è niente che rompe più il cazzo di Anna quando ha ragione.
Perciò ho portato le mutande in lavanderia.
Però poi, adesso, ogni volta che siedo sul cesso e devo pulirmi, mi rimbalzano le sue parole in testa: più a fondo. Allora stacco un altro po’ di carta igienica. Stacca che stacca e il rotolo di carta igienica dimagrisce e la montagnola bianca nel regno delle cose inferiori ingrassa.
Sinceramente io e Anna non è che facciamo delle conversazioni troppo superiori. Anna si lamenta sempre e dice che non parliamo mai di niente. Io le rispondo come si fa a parlare di cose superiori, e in generale di cose, se lei viene a guardarmi mentre faccio la cacca e mi dice come pulirmi. Anna mi ricorda che al nostro primo anno di relazione parlavamo sempre di cose superiori, per esempio la luna e le stelle e i desideri che si fanno quando si guardano la luna e le stelle.
Sinceramente Anna è una cosa che è meglio provare per credere.
Io le ho detto che una relazione è una montagna dell’India. Brutta e spoglia. Scala che scala e ti ritrovi a cinquemila metri di altitudine. Manca l’ossigeno e il corpo si deve acclimatare. Non si possono più mangiare le stesse cose e non si può più camminare allo stesso modo e dormire allo stesso modo, altrimenti ti viene l’embolia polmonare e muori. Quindi se vuoi morire, fai tu.
Per un po’ è sembrato che parlassimo di cose che appartengono al regno delle cose superiori, per esempio l’India e le relazioni e l’intimità. Poi lei ha detto che al nostro primo anno di relazione, ovvero ai mille metri, queste cose le facevamo, facevamo di tutto e non avevamo limiti, mentre adesso i limiti ce li abbiamo. Io le ho detto che aveva rotto un po’ il cazzo con il nostro primo anno di relazione e poteva fidanzarsi con lui.
Sinceramente adesso, da quando io e Anna siamo al quarto anno di relazione, mi prude un po’ il culo.
Sinceramente adesso spendiamo un patrimonio in carta igienica, che non ci voleva. Andiamo a risparmiocasa e ipersoap. Anna la accarezza a lungo e dice ti piace questa, amore. Pensi che questa ti possa piacere, amore. Pensi che questa ti possa aiutare con il tuo prurito in quel punto particolarmente sensibile che non si può nominare. Io giro tra gli scaffali e le dico Anna abbassa la voce. Però la gente vede, perché la gente ha gli occhi e Anna è una cosa che ti entra negli occhi. Perciò le dico Anna, prendi quella che ti pare e andiamo.
Sinceramente adesso compriamo le gocciole bio, che sono una fregatura.
Sinceramente adesso abbiamo smesso di giocare a tennis sulla wii e andiamo sul campo vero con la terra rossa vera e le racchette vere, che mi fanno venire un mal di ossa.
Sinceramente adesso sono un po’ stitico.
Sinceramente adesso siamo al quinto anno e andiamo verso l’Himalaya e in cima ci sono i cadaveri congelati dei pionieri.
Sinceramente adesso, quando mi siedo sul gabinetto, il rotolo scrolla verso il basso e io non faccio niente per fermarlo. Scrolla che scrolla, mentre la sua voce intona più a fondo più a fondo e il rotolo scende nel regno delle cose inferiori tra i desideri e i sogni spenti della nostra India. Anna si piega là dietro, mette la testa all’altezza del reservoir, accanto al cubo magico pieno dell’acqua che sciacqua tutto, e dice che c’è amore, non ci riesci. Non ti riesce di farla uscire, amore. Che cosa possiamo fare, perché il mio amorino ci riesca.
Io mi alzo e le dico senti un po’. Lei resta ferma a guardare basita le mie mutande sporche tese in mezzo alle caviglie. Le dico vieni un po’ qui. Le dico che adesso glielo dico che sono stanco di scalare e lei deve andare in soggiorno e lasciarmi fare la cacca in pace. Apro la bocca e la mia lingua è un rotolo bianco lungo cinquemila metri che scrolla nel regno delle cose inferiori e le dico sinceram
È buono, è intimo e asciutto, non sbrodola, e poi dalle mutande laide ci fa pure volare fino a indeterminabili, approssimative vette himalayne, il che non è affatto male, e ciau, brava davvero