Scontri

di Francesca Mattei
Copertina: Allegria – Antimonio

Prima di tutto devi imparare a scappare dalla polizia. Può essere anche molto difficoltoso, con le nubi dei lacrimogeni che ti fanno piangere ed il passamontagna che ti copre la visuale.
Scappare dalla polizia non vuol dire voltarsi e correre. Anzi. Bisogna indietreggiare piano, con metodo e ritmo, per evitare di travolgere le file retrostanti del corteo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è meglio indossare scarpe stringate – preferibilmente scarponcini da trekking, che mettono al sicuro le caviglie da eventuali slogature – perché le stringhe possono sempre essere strette al massimo, mentre le chiusure a strappo sono deboli e inaffidabili. Sareste sorpresi di vedere quante calzature si trovano sul percorso di un corteo a fine giornata.

Se sei una donna e hai le mestruazioni, indossa due assorbenti e due paia di mutande. Ricorda che l’esposizione agli agenti chimici dei lacrimogeni – oltre che eventi particolarmente traumatici –  possono interferire con il ciclo mestruale e addirittura interrompere il flusso. In compenso, l’adrenalina contribuisce ad alleviare il dolore.

Se hai intenzione di stare in prima fila, indossa il casco. Può essere imbarazzante fornire spiegazioni a un eventuale posto di blocco, prima della manifestazione –  perché mai decine di persone che arrivano in pullman da un’altra città dovrebbero avere con sé dei caschi? –  e in alcuni casi è possibile che il casco venga sequestrato. Tuttavia ricorda che una manganellata in testa è molto dolorosa.

Altro accessorio utile: guanti da lavoro ignifughi. Spesso rilanciare indietro un lacrimogeno, prima che esploda, è il miglior modo per evitare di soffrirne gli effetti. Questo è anche un ottimo esempio di razionalizzazione delle risorse: i sampietrini non si trovano in tutte le città ed è molto difficile eludere i controlli e far entrare un fumogeno all’interno di un grande corteo. Inoltre non è un lavoro facile: se non si è alla giusta distanza, e non si è eccellenti tiratori o tiratrici, si rischia di colpire il fuoco amico. In quel caso, lasciate fare a chi ha più esperienza di voi. Ci sono sempre altri oggetti utili e più maneggevoli: lattine e bottiglie –  vuote, mi raccomando –  piccoli sassi o scarpe trovate lungo il percorso.

Nonostante l’improvvisazione e l’adattamento siano fondamentali, in situazioni di pericolo, è bene tenere conto che ci sono alcuni piccoli accorgimenti che si possono adottare in via preventiva.
Innanzitutto minimizzare i danni. Porta con te cerotti, garze e una bottiglia d’acqua con succo di limone, che pare aiuti a contrastare gli effetti dei lacrimogeni. Basta coprirsi naso e bocca con un pezzo di stoffa imbevuto di questo liquido. Se partite in gruppo, può essere una buona idea individuare dei “medici”, cioè uno o più membri che si occupino di assistere gli altri e che restino nelle retrovie. Per evitare di perdersi, si può scegliere una parola d’ordine da gridare per ritrovare i propri amici. Questa può essere un nome proprio –  Mara, ad esempio –  o un termine qualsiasi –  chiodo, carta e così via. È altamente sconsigliato gridare il nome della propria città o del proprio collettivo/partito di appartenenza. L’obiettivo è mantenere l’anonimato, lasciate fare alla DIGOS il suo lavoro.

Un altro dei problemi centrali è proprio quello dell’identificazione. Una bardatura, per quanto buona, non ti garantisce la non riconoscibilità. Le strade sono piene di telecamere: assicurati di arrivare sul posto già pronto o pronta. Non cambiarti in piazza ed evita di abbassare il passamontagna durante la manifestazione. Se ne hai bisogno ­–  per bere, ad esempio –  accovacciati e chiedi a chi è intorno di coprirti.
Se sono previste azioni ad obiettivi mirati, può essere utile portarsi un cambio per evitare di tenere vestiti rotti e riconoscibili, macchiati di vernice o quant’altro. Per cambiarti usa le precauzioni di cui sopra.

Fino a qui, abbiamo dato per scontato che sia semplice aggirarsi per una città vestiti di nero e a volto coperto, senza suscitare l’interesse delle forze dell’ordine o la legittima perplessità di molti cittadini. Comprensibilmente, non sempre è così.
Per questo motivo può essere davvero utile conoscere qualche espediente, come l’utilizzo di zaini o borse double face, o imparare a fare un passamontagna con una t-shirt. A tal proposito, ricorda: la tecnica è importante, ma la fantasia è tutto.

Altre brevi indicazioni. Rispetta il corteo e i suoi organizzatori: informati sugli spezzoni e non mettere nei casini nessuno. Divertiti, ma con la testa sulle spalle –  e dentro a un casco. Se qualcuno cade, soccorrilo. Smettila di fare il pigro: dai il cambio a chi porta gli striscioni.
I cori si cantano. Sempre. Dal viaggio di andata a quello di ritorno, perché si parte e si torna insieme.
Ricorda sempre chi ami, ricorda per chi lotti.
Ricorda i morti perché siano vivi e allacciati bene le scarpe.

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