La poesia del Natale

Esistono molti modi per sopravvivere alle feste natalizie, c’è chi prova con il silenzio, chi con il conflitto, ci sono persone che trovano soddisfacente usare la benevolenza, c’è chi sogna la morte di chiunque si trovi allo stesso tavolo, chi desidera che Cristo non sia mai nato, c’è chi si diverte con la tombola e va rispettat* come un* maestr* zen, ché chi si diverte con la tombola è vicin* al Nirvana. Alcun* mangiano fino a scoppiare e puntano all’ottenebramento dei sensi per via intestinale, talaltr* bevono e la via e il risultato sono sostanzialmente gli stessi.
C’è chi dedica la giornata al consumismo, compres* militant* severissim* che solo a Natale cedono, magari consapevolmente, alla felicità endorfinica dei regali. Ci sono quell* che si vestono bene, quell* che per dispetto vanno dal parentume con i capelli sporchi, c’è chi vuole fare felici i bambini e le bambine, chi soffre a vedere il loro entusiasmo immotivato e inconsapevole. C’è quell* che nel momento degli auguri è sempre fuori a fumare perché si vergogna, quell* goff* che fa cadere qualcosa, c’è chi si ostina a volere a tutti i costi far conoscere le proprie opinioni a tutt*, c’è chi protesta, chi è in ritardo, chi è delus* in ogni caso perché desidera troppo. Compres* noi, in ultima analisi, siamo qui a raccontarla e forse è la cosa più importante, dopo quel minimo afflato di affetto, magari d’amore, che ci sentiamo di consigliare a tutt*, perché l’umanità è davvero un brutto affare, ma non abbiamo di meglio.

Esistono molti modi e mai questa rivista è entrata nelle vostre insalate russe, nei vostri spaghetti con le vongole. A nostro parere, il Natale è un’occasione di felicità, stare insieme alle persone cui si vuole bene è meraviglioso. Se poi non vi volete bene, beh, quale occasione migliore per fare andare il vino di traverso a tutt*? In ogni caso sarà stato un Natale memorabile. È la prospettiva che fa la differenza.

Esistono molti modi per sopravvivere e la creatività è tra i più sottovalutati, ché a volte un pensiero laterale fa più danni di una bestemmia, specie a Natale.

Allora, a tal proposito, qui trovate a disposizione un lavoro dell’entusiasticamente puntuto Simone Perazzone che offre una versione modulabile e facile da realizzare della poesia di Natale, per farla diventare una poesia del Natale, perché se il Natale, come ogni cosa, dal calcio al capitone, è una metafora della vita, allora è chiaro, o dovrebbe esserlo, che basta cambiare una preposizione, da semplice farla diventare articolata, per cambiare la giornata, per cambiare i simboli e con estrema fatica per cambiare pure qualche esistenza, se non disgraziata, quanto meno profondamente annoiata.
Non è un esercizio sterile, altrimenti tutto diventa sterile altrettanto. È piuttosto un piccolo momento di libertà regalato, proprio nel giorno in cui di regali se ne scambiano tanti. Per citare un esperimento analogo precedente e più prestigioso (ché questo nostro è praticamente uno scherzo), è una “verifica incerta“.

Esistono molti modi. Per quest’anno, ancora, buon Natale da questa banda di disgregat*; la nostra verifica incerta non è mai terminata e speriamo lo stesso di voi.


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