Elisa Girelloni si muove in un campo fotografico delimitato da un lato da una tecnica molto buona, con chiare ispirazioni a molti e soprattutto molte fotografe, anche celebri, dall’altro usa gli stereotipi più pop, più accessibili (e forse per questo più disturbanti?), caricandoli però di una ricerca dei colori che guarda all’industrial, alla ruggine, e di una composizione oltre che artefatta.
La scelta dell’autoritratto rivela la volontà di porsi tra due mondi che sembrano entrambi inesistenti.