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Manifesto

Nel dicembre del 2019, dopo un anno di lavoro e pensieri preliminari, vedeva la luce Malgrado le mosche, rivista insoddisfatta. Aveva un’immagine fisica e una voce, era una sorella, quindi sicuramente donna, nata sotto il segno del sagittario, di carattere snob ma entusiasta, mutaforma votata a un caos gentile. Non ha mai raggiunto la maggiore età e la ricordiamo per sempre ragazza.

Per diventare adultɜ ha abbandonato il genere sessuale, non sappiamo più se è uomo o donna e a precisa domanda si è messɜ a ridere. Per diventare adultɜ si è ulteriormente radicalizzatɜ, ha accolto, rifiutato, osservato, si è nascostɜ nei momenti più dubbiosi, ha rifiutato l’attualità, ha studiato, ha speso i soldi che aveva, ha pensato in grande e volato basso.

Un attimo prima di uccidere la propria vecchia identità e risorgere ha fatto testamento: nero su bianco cosa tenere e cosa lasciare andare.
Oggi Malgrado le mosche è ancora una rivista insoddisfatta, pur se con una forma diversa e più velocemente in evoluzione. È più femminista di prima, perché ha studiato. Più di prima ha desiderio di invenzione, perché il mondo va immaginato di nuovo. Più di prima rifiuta, senza offesa, con rispetto, perché il tempo è poco. È antifascista, antirazzista, atea, femminista, è in lotta costante, per quello che può. Non cerca di meno, non accetterà di meno.

Si dice che il cadavere della vecchia rivista non è stato mai trovato, che la vecchia Malgrado le mosche non è mai morta. Si dicono e si sono dette tante cose, raccontate troppe storie. Noi sappiamo che questa che vediamo oggi non è la stessa rivista ragazza del 2019 e tra le infinità verità abbiamo scelto di credere alla sua. Del resto c’è chi crede a cose ancora più improbabili.

Quando un cerchio si chiude, un cerchio si apre.

Il vecchio manifesto


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